Quesito del 31/10/2023

Volevo chiederLe un’informazione relativa ad una cooperativa edilizia a proprietà divisa. In particolare, ci avviamo alla consegna degli appartamenti che, purtroppo, coincide con la scadenza del mutuo fondiario in capo alla cooperativa. Dico purtroppo perché a fronte della scadenza del 30.11.2023 ad oggi pare sia difficile riuscire ad ottenere l’agibilità che a sua volta ci impedisce di frazionare quindi di accollarci il mutuo singolarmente. Ora la domanda è questa… ad oggi su 27 alloggi esistono 5 appartamenti ancora invenduti.
La situazione prospettata dall’ingegnere è la seguente. Mandare il mutuo totale in ammortamento e in capo alla cooperativa e poi una volta ottenuta l’agibilità di volta in volta andare in banca per l’accollo del mutuo.
Cosa comporta tutto questo? Perché l’ingegnere della nostra cooperativa (molto vicino all’impresa) spinge per questa soluzione?
Quali rischi corriamo noi singoli soci diversamente dal frazionamento in quote e quindi all’accollo? Si potrebbe forzare il frazionamento senza agibilità (mancano gli ascensori)?

Risposta al quesito:
L’art. 39 TUB impone alla Banca mutuante di frazionare il mutuo allorquando gli alloggi siano ultimati e sussista il fine lavori, ciò indipendentemente dall’agibilità.
Occorre, tuttavia, precisare che l’Istituto di credito può rifiutarsi qualora ci siano irregolarità costruttive ovvero urbanistiche.
La circostanza che cinque alloggi non siano assegnati non è ostativa all’obbligo della Banca di procedere al frazionamento.
Occorre, pertanto, verificare l’effettiva situazione per potersi tutelare secondo le norme di legge, mentre non è possibile formulare ipotesi in assenza di conoscenza dei fatti.