Ho acquistato un immobile in costruzione aderendo ad una Cooperativa edilizia a Milano. La Cooperativa ha stipulato con l’impresa costruttrice un contratto d’appalto a prezzi bloccati ma, sfortunatamente, la congiuntura economico-politica di quest’ultimo periodo, ha portato il CDA della Cooperativa a corrispondere all’impresa degli aumenti a fronte delle loro richieste economiche. Questi incrementi sono stati finora assorbiti direttamente dalla Cooperativa senza chiedere ulteriori esborsi a noi soci, anche attraverso alcune modifiche/semplificazioni del progetto.
Oggi però ci viene comunicato che, a fronte dell’ennesima richiesta di aumento avanzata dall’impresa, il CDA della Cooperativa ha deliberato un aumento di costo di 65 Euro al metro quadro, che dovremo corrispondere noi soci. E’ stato altresì deliberato un cambio di destinazione della terrazza condominiale, che verrà trasformata in un appartamento acquistato dalla Cooperativa ad un prezzo “scontato”, molto inferiore rispetto al prezzo al metro quadro da noi soci pagato per i nostri alloggi con la scusa che la Cooperativa garantisce una destinazione “sociale” del suddetto spazio.
I proventi di tale operazione di vendita, ci è stato detto, sono serviti a contenere l’incremento di costi richiesto a noi soci.
Aggiungo, inoltre, che l’iniziativa sta accumulando molto ritardo, da una consegna originariamente prevista nell’estate di quest’anno, continuiamo a slittare data, ad oggi ci viene comunicata una consegna per la primavera 2024. Questo ritardo ovviamente ha risvolti economici in termini di maggiori costi di prefinanziamento e maggiori costi di polizza fidejussoria a copertura della quota capitale versata.
Vorrei gentilmente sapere quali possono essere gli spazi e i ragionevoli costi/benefici di entrare in contenzioso con l’impresa (scenario che il CDA della Cooperativa disincentiva fortemente per le lungaggini burocratiche e i rischi legati al blocco cantiere).
Risposta al quesito:
Qualunque contenzioso giudiziario non è mai auspicabile e occorre esaminare bene al situazione dei diritto e degli obblighi controversi prima di poterli reclamare innanzi al giudicante.
Da quanto precede, nel caso di specie occorre verificare il contratto d’appalto e valutare gli effettivi obblighi assunti dall’Impresa.
Occorre, poi, verificare i deliberati assembleari che eventualmente abbiano già approvato gli accordi con l’impresa.
Occorre ancora sentire il Direttore dei Lavori responsabilizzandolo sullo stato della costruzione.
Ciò posto, con l’ausilio di un consulente tecnico di parte, si deve valutare il rapporto costi-benefici tra il costo aggiuntivo richiesto dall’impresa e l’instaurazione di un giudizio che comporterebbe effetti collaterali, comunque, negativi per i soci.
Per mettersi al sicuro, potrebbe darsi corso ad un Accertamento Tecnico Preventivo ex art. 696 c.p.c. al fine di “focalizzare” l’effettivo stato della costruzione per vincolare l’impresa e riservarsi eventuali azioni successive al completamento dell’appalto.