Spett.le Studio Legale, già Vi ho scritto in passato e ringrazio per le risposte, la storia è che una cooperativa edilizia dopo il mio recesso non mi ha mai restituito i soldi dati, sto in causa da dieci anni, in questo tempo dopo anni i Giudici di Velletri si sono accorti che la competenza era del Tribunale delle Imprese di Roma, meno male che una cosa l’hanno fatta, accolto la mia richiesta di sequestro conservativo dell’appartamento e annullato un loro decreto ingiuntivo dove chiedevano delle rate di mutuo e oneri condominiali.
Le rate del mutuo non me le chiedono più, ma l’amministratore di condominio insiste nel richiedere gli oneri condominiali solo perché io detengo le chiavi dell’appartamento, e la Cooperativa non ha mai promosso nessuna azione legale per ritornate in possesso, è giusta la pretesa dell’amministratore di condominio?
Risposta al quesito:
In atto il socio è detentore qualificato dell’immobile, sicché nei rapporti con il Condominio è equiparabile al locatario.
I rapporti tra il socio e la Cooperativa sono controversi e si presume che il Giudizio sia stato trasferito innanzi al Tribunale delle imprese di Roma.
Se il predetto Tribunale dovesse accogliere la domanda del socio in ordine al diritto all’assegnazione dell’alloggio controverso, verrebbero meno le problematiche condominiali, in quanto il socio sarebbe obbligato a versare le relative quote, sia come detentore (locatario) sia come assegnatario (proprietario).
Nel caso inverso il socio detentore sarebbe comunque obbligato a versare le quote condominiali di spettanza del locatario, mentre la Cooperativa dovrebbe versare quelle di spettanza del proprietario dell’alloggio.
Va però osservato che in questo caso la Cooperativa potrebbe pretendere il pagamento del canone di locazione a titolo risarcitorio per l’illegittima detenzione dell’alloggio da parte del socio soccombente in giudizio.