Il mio condominio è composto da quattro scale ed un piano seminterrato con box, e consta di n. 8 unità per scala e 50 box. La costruzione è all’incirca dell’anno 1995 ed è stata realizzata da una cooperativa, oggi sciolta, i cui soci sono attuali condomini in misura del 50% degli occupanti. Alcuni di questi soci posseggono il box ed altri no, sebbene i box siano attualmente 50 e non legati nello stesso atto dell’appartamento.
Ebbene ho scoperto che detta cooperativa ha ottenuto la licenza “in sanatoria” all’epoca ma per soli 40 box. I detti soci, impossessandosi dell’area prevista per il parcheggio, vi costruivano in difformità alla licenza i restanti 10 box vendendoli e privando le singole unità dei venti metri per parcheggio previsti dalla legge ponte. Ovviamente questa difformità ha comportato la mancanza della abitabilità degli appartamenti e non sono stati versati gli oneri di urbanizzazione. Inutile dire che detti condomini soci si passano la palla tra loro negando e incolpando il costruttore la cui consorte era la presidentessa della cooperativa, tra l’altro defunta assieme al marito.
La mia domanda, egregio avvocato, è questa: cosa bisognerebbe fare, come iniziare e come procedere per ottenere lo spazio che e stato sottratto?
In realtà esiste una possibilità ridotta per il parcheggio ma sul solaio abusivo delle dette costruzioni, ma per meno della metà del fabbisogno, sui quali vorrebbero parcheggiare anche coloro che hanno creato ed approfittato del disastro provocato da loro stessi. Nel mio rogito di acquisto, col quale ho comprato l’appartamento da un socio della cooperativa, non è detto nulla circa il parcheggio ma in quel tempo (1997) era d’uso sostare sul detto solaio ed in aree di porticato che abbiamo scoperto essere non consentite all’uopo dal regolamento condominiale, allegato presso il notaio.
Risposta al quesito:
La problematica esposta non ha nulla a che vedere con la gestione delle Cooperativa, che, a quanto sembra, ha ottenuto la sanatoria per i 40 box, regolarmente posseduti da altrettanti soci.
Rileva, viceversa, l’abusivismo edilizio riguardante i 10 box, la cui irregolarità urbanistica pemane a tutt’oggi.
La problematica è, dunque, tutta condominiale, sicché i condomini interessati devono preliminarmente verificare che i box siano stati realizzati in assenza di permesso di costruire e di autorizzazione sismica.
All’esito dei riscontri, i predetti condomini devono formulare gli esposti dei fatti al Comune e al Genio Civile e al contempo dare corso ad un giudizio per la declaratoria del persistente abuso edilizio e per la demolizione dei manufatti.