Nel 2010 ho stipulato un contratto di locazione con una cooperativa edilizia, con indicato importo mensile da pagare, nel contempo per poter avere un esborso mensile inferiore mi è stata data la possibilità di versare una cifra una tantum per abbassare importo canone da versare mensilmente; dopo 7 anni la cooperativa è andata in LCA ed il liquidatore ha congelato la cifra già anticipata chiedendo di versare intero canone nonostante io abbia già pagato.
Può farlo o deve considerare i canoni anticipati così da non chiedere pagamento fino al 31.12.2022 (da calcoli ho anticipato canoni fino a quella data)?
Risposta al quesito:
Da quanto riferito sembra che nel corso della locazione sia stata “concordata” la modifica del contratto originario, secondo cui il pagamento di una somma extra in unica soluzione avrebbe comportato la diminuzione del canone per le mensilità future.
Occorre, pertanto, verificare l’effettivo contenuto del contratto modificativo e, soprattutto, essere in grado di provarne l’effettiva stipulazione.
Il Commissario Liquidatore ha l’obbligo di accertare la regolarità dei contratti che comportano la compressione dell’attivo sociale e in assenza di prova deve richiedere l’esecuzione del contratto ufficiale.
In ogni caso, mancando la prova della modifica, il socio può far valere l’importo versato una tantum se ancora eccedente la sommatoria tra quanto complessivamente dovuto e quanto versato.