Quesito del 14/05/2017

Le scrivo perché mi trovo in una situazione davvero complicata sia famigliare che lavorativa. Nel 2015 si è aperta una società cooperativa arl famigliare nel settore del Ncc Autonoleggio con conducente. A me non hanno messo nel direttivo ma ci sono mio padre, mia madre e mio fratello io sono una semplice impiegata socia lavoratrice.
A latere è stato scritta una scrittura privata tra noi della famiglia (siamo in quattro) che sostiene quanto siano le quote di appartenenza per ognuno. Tutto ciò ha valore? Poi mia nuora ha voluto scrivere un’altra scrittura privata in cui veniva scritto che quando non ci saranno più i nostri genitori avranno sia le percentuali della cooperativa sia auto, licenze e casa… questo firmato da tutti e quattro.
Ora le auto sono state inserite nella cooperativa a me hanno fatto una specie di mobbing ed ora non sto andando a lavorare e mi hanno fatto le due lettere di richiamo ed ora attendo il licenziamento.
Io mi sento ingannata da mio fratello che ha tutto l’interesse di prendersi tutta la cooperativa… e non ho l’appoggio dei miei che hanno paura che io posso far qualcosa contro e la cooperativa chiude. Mio fratello è sempre stato un prepotente e i miei sono succubi di lui (mio fratello è presidente ed amministratore).
Cosa mi consiglia di fare?

Risposta al quesito:
Nelle Cooperative di produzione e lavoro coesistono due rapporti, quello strettamente sociale e quello lavorativo.
In base al primo, il socio ha i diritti previsti dalla legge, tra cui il diritto di voto, il diritto (limitato) di controllo diretto, il diritto alla tutela giudiziaria (opposizione al bilancio, controllo contabile, opposizione a delibere).
I diritti di tutela, tuttavia, presuppongono la violazione da parte degli amministratori degli obblighi loro imposti dalla legge, quali la diligente amministrazione, la veridicità del bilancio, la parità di trattamento dei soci lavoratori etc…
Nel caso di specie, pertanto, occorre individuare quali siano le violazioni commesse dagli amministratori, ciò per potere procedere con eventuali azioni di tutela.
Quanto ai patti “parasociali” occorrerebbe leggerne la stesura per valutare la loro effettiva validità.
In riferimento al presunto “mobbing” occorre verificare se sussistono atti discriminatori o persecutori, comunque lesivi dei diritti del socio lavoratore, il quale, in caso affermativo, può agire per far cessare la prevaricazione e ottenere il risarcimento del danno.