Sono socio di una cooperativa che sta provvedendo a stipulare i rogiti. Di 15 soci cinque già hanno fatto il rogito perchè si sono messi d’accordo 10 no. Ma controllando i rogiti che hanno stipulato c’è l’ex presidente della cooperativa (che risultava moroso) e si evince che i versamenti fatti da lui sono tutti in contanti dal 2005 ad agosto 2016.
Le sembra una cosa normale parlando di una cifra cospicua? C’è da pensare male? Quali sono le relative obiezioni che si possono fare?
Risposta al quesito:
I versamenti in contanti sono indubbiamente un indizio, ma, anche se illegittimi oltre i limite consentito per ciascuno di essi, non sono sufficienti a provare il sospettabile artificio.
Occorre, infatti, esaminare la contabilità sociale (inizialmente attraverso l’analisi tecnica dei bilanci controllando la congruità dei costi) al fine di individuare i flussi finanziari e, quindi, la effettiva destinazione dei versamenti sospetti.
E’ possibile, però, che esistano nel tempo impieghi di somme fittiziamente giustificate (ma formalmente regolari, ad esempio fatture dei fornitori gonfiate), riportati ufficialmente nei bilanci, che, inoltre, risultano via via approvati dai soci.
Potrebbe essere, dunque, difficile (ma non impossibile) risalire al meccanismo dell’artificio e soprattutto provarlo, anche in ragione delle preclusioni dovute all’approvazione dei bilanci da parte dell’assemblea e al notevole lasso di tempo trascorso.