Quesito del 27/03/2014

Dal 2011 sono socio di una Cooperativa edilizia che è stata individuata dal Comune di XXX come uno dei soggetti attuatori di programmi di edilizia nell’ambito del vigente PUC per la realizzazione di alloggi di E.R.P. senza alcun contributo (sia in conto interessi e sia in conto capitale) pubblico.
La Società cooperativa in questione ha solo avuto assegnato, a seguito di un bando pubblico, un suolo pubblico ed ha versato, a titolo di acconto, ed in attesa che si perfezionasse il trasferimento di proprietà del suolo e dei relativi diritti edificatori, la somma di € 90.000,00.
A me e ad altri sei soci il Presidente della Cooperativa ha chiesto delle somme che sono state regolarmente versate, corrispondenti ad € 10.000,00 a titolo di acconto per l’acquisto del suolo su cui edificare l’alloggio, e ad € 260,00 a titolo di rapporto associativo.
E’ successo che, per questioni di contenziosi legate ad altre situazioni edilizie (liti tra imprese esecutrici dei lavori ed Organi amministrativi della Cooperativa relativamente a vecchi programmi edilizi) nel corso del 2013 la Cooperativa è stata Commissariata con la finalità di risolvere tutte le questioni evidenziate in sede di ispezione.
Il progetto edilizio al quale ho aderito non è stato mai avviato, ufficialmente perché occorre una più approfondita verifica dei parametri urbanistici, catastali e di rilievo in sito, ma in realtà in quanto tutti i dei soci aderenti (tra cui io) abbiamo formulato istanza di recesso e, dunque, la stessa Cooperativa non è nelle condizioni materiali di operare, e addirittura non ha versato al Comune le rimanti somme (circa € 600.000,00) per perfezionare l’acquisto del suolo.
Ad oggi risulta che da un anno e mezzo è stata formulata la richiesta di recesso senza tuttavia ottenere alcun riscontro da parte dell’organo amministrativo, se non dichiarazioni dilatorie, interlocutorie ed ostruzionistiche, ragion per cui io ed altri cinque soci vantiamo un credito pro-capite di € 10.000,00 oltre alle somme derivanti dal rapporto associativo. Faccio presente che lo Statuto prevede le ipotesi tipiche di recesso (casi di cui all’art. 2437 c.c., quando il socio non abbia più i requisiti e non sia più in grado di partecipare al raggiungimento degli scopi sociali) e prevede in ogni caso il riscontro da parte degli Amministratori alla istanza di recesso.
Alla luce di ciò, vorrei sapere, se è opportuno formulare una istanza giudiziaria per il recupero del credito vantato presso la Cooperativa giacché: 1) da un anno e mezzo è stata formulata la istanza di recesso, 2) il programma edilizio non è mai stato avviata e non vi è nessun socio interessato al predetto programma.

Risposta al quesito:
Il lungo periodo trascorso senza una risposta alla istanza di recesso comporta che la stessa si intende accolta.
Alla luce di quanto precede i soci receduti possono formulare istanza di rimborso e in assenza di riscontro citare la Cooperativa per il rimborso di quanto loro spettante.
Nel caso in specie, però, sembra che tutti i soci abbiano formulato istanza di recesso e, pertanto, sussiste il fondato timore che la Cooperativa non possa provvedere al rimborso delle quote se non dopo avere assunto altri soci disposti a reintegrarle.
In assenza di nuovi soci disponibili è probabile che la Cooperativa finisca in Liquidazione Coatta Amministrativa e i soci creditori non riceveranno alcun rimborso.