La nostra casa era un cooperativa legge Aldisio del 1950, cooperative allora Stefer Roma. I miei erano sposati dal 1943 comune di Roma.
Nel 1980 – casa già da tempo abitata – mio padre fece il passaggio notarile da cooperativa a proprietà ma il notaio sull’atto mise solo il suo nome senza citare comunione o separazione nonostante fosse intervenuta la legge nel 1975.
Nel 2004 è deceduto mio padre e la successione fatta in sede AGE è stata per moglie e 2 figlie 1/3+1/3+1/3. Non hanno messo la spunta su nessuna voce comunione o divisione beni. Mia madre è rimasta nella sua casa e fatta opzione per sconto prima casa, noi avevamo le nostre case.
Mia madre è deceduta ad aprile 2017. Ho fatto la successione della casa sulla base delle risultanze del 2004 cioè è andato in successione solo il terzo di mia madre in quanto noi risultavamo a 1/3 ciascuna, abbiamo già tutto a posto compreso le volture metà a me e metà a mia sorella.
Adesso vendiamo la casa e sono cominciati i guai. Il notaio dell’acquirente ha chiesto il regime dei beni separazione o comunione della successione del 2004 in quanto dice che il rogito fu fatto nel 1980 (non era acquisto ma trasformazione da cooperativa a proprietà) e noi non ne sappiamo nulla. Poiché nel 1975 era subentrata la comunione non capisco perché il notaio all’epoca non l’ha citata, forse riteneva mio padre proprietario al 100% della casa. Ho letto in internet che se il terreno apparteneva ad un coniuge, la casa costruita su quel terreno nonostante il matrimonio e nonostante la comunione di beni era di proprietà di questo coniuge.
Allora mio padre – già sposato ma in regime allora di separazione – socio fondatore in una cooperativa del 50 che aveva acquistato il terreno per la costruzione di una casa era proprietario del terreno si o no? Era anche unico proprietario anche della casa si o no? Nella successione del 2004 l’AGE ha fatto la successione moglie e 2 figlie 1/3+1/3+1/3. Era sbagliata?
Ora il notaio ci ha fatto richiedere l’estratto del matrimonio dei nostri genitori spostati nel 1943 (!!) cosa uscirà fuori non lo so. Non doveva controllare invece se era comunione o separazione l’acquisto in cooperativa?
Risposta al quesito:
La questione posta dal notaio degli acquirenti non ha alcun senso dal punto di vista civilistico, in quanto in atto le due sorelle risultano proprietarie ciascuno al 50°% dell’immobile proveniente dall’eredità del padre e da quella successiva della madre.
Il predetto risultato finale sarebbe stato identico anche ne caso in cui il notaio che ha rogitato l’atto di assegnazione della Cooperativa avesse indicato correttamente il regime di comunione dei genitori.
L’irregolarità, quindi, potrebbe rilevare esclusivamente in sede fiscale (ma, comunque, si sono verificati i termini di decadenza e prescrizione), ma non ha alcuna incidenza per l’atto di compravendita odierno.
Gli attuali acquirenti, dunque, non hanno nulla da temere in quanto acquistano il bene dai proprietari al 100% .